11 luglio 2018

A distanza di un mese

Carissimi,
a distanza di un mese non è soltanto il "titolo" del post ma è realmente il tempo che è passato dal mio arrivo a Santiago ed il successivo purtroppo velocissimo ritorno in Patria.
Direi una bugia se dicessi che in questo lasso di tempo non ho pensato ai giorni trascorsi a camminare insieme ai miei compagni di viaggio; negherei l'evidenza se vi dicessi che non ho mai avuto voglia di ripartire e un sentimento per niente sopito di malinconia e nostalgia.

Lo avevo già scritto in tempi non sospetti (cioè mentre camminavo): è lo scotto che si paga dove esperienze del genere; è il conto che il cammino ti presenta al momento del ritorno alla propria dimensione quotidiana. Ma comunque, anzi sempre e comunque si torna cambiati non in tutto ma in alcuni aspetti della propria vita.

A questo post allego una foto che chiaramente mi sta particolarmente a cuore non tanto per la foto in se stessa e neppure per quello che rappresenta alla fine di ogni cammino ma sopratutto ed essenzialmente per il nome che ci è scritto sopra: Lorenzo Fulvio Pini, mio padre.
Era per lui il cammino oltre che per i tanti altri amici, conoscenti e non. A lui la dedica finale; a lui la scritta del suo nome su un documento ufficiale; a lui i miei battiti accellerati del cuore mentre la signorina scriveva; a lui quella cornice dove adesso quel foglio "riposa" insieme a foto, ricordi, pensieri, lacrime e sorrisi.

Lo condivido con voi perchè voi con me avete condiviso tutto il cammino. E' la chiusura di un cerchio, di un cammino spirituale dopo quello a piedi, che occuperà un altro spazio nel mio cuore dove già risiedono tanti, tanti e poi ancora tanti momenti meravigliosi. Spero che anche voi abbiate tanti di questi spazi riempiti di belle persone, bei ricordi e sogni avverati.

Un abbraccio.
Buon Cammino.
Nicola.

11 giugno 2018

Tappa 36 arrivo: ogni cammino inizia con il primo passo.

 Carissimi,
mi sono preso due giorni di ulteriore silenzio per metabolizzare l'ultima tappa, il nostro arrivo e il primo giorno (oggi) senza zaino sulle spalle.
Che dirvi? Che sono felice? Che non penso di aver fatto un'impresa? Che lo rifarei? Sono cose di cui conoscete già le risposte ma me le sono comunque ripetute dentro di me perchè sono i primi interrogativi, tra le tante cose, che ti vengono in mente quando entri in quella piazza.
Così adesso che ho finito per l'ultima volta di fare lo zaino in previsione di alzarsi alle 5.30 per andare all'aeroporto e rientrare a casa, mi pongo le stesse domande ma sopratutto continuo a ringraziare per l'occasione avuta e per l'esperienza fatta. Abbiamo chiuso questi 38 giorni nel modo che si è ritenuto più giusto: con la visita alla piccola Chiesa sugli scogli a Muxia. Lì abbiamo messo insieme la spiritualità, il mare, gli scogli e la pioggia che tutti insieme hanno caratterizzato questo cammino del nord.
Non mi sento più leggero ora che sono arrivato se non per il fatto di non avere lo zaino fisicamente sulle spalle; mi sento ancora addosso le tante persone che ho portato con me ed i tanti pensieri che gli amici mi avevano affidato. Ricordate Lia? Ne ho parlato in uno dei primi post. Ebbene Lia è arrivata con me in questa piazza e ci è arrivata con quel sorriso che l'ha sempre contraddistinta e caratterizzata. C'è stato un momento nel quale ho pensato che mi dicesse qualcosa all'orecchio visto che era nel mio zaino proprio dietro la mia testa. Sensazioni, emozioni ma anche amici veri che in un modo o in un altro hanno camminato con me e con tutti noi.
La Compostela è stata dedicata al babbo: era il suo cammino e se non ho potuto fare quella telefonata ho comunque camminato per giorni e giorni con il suo pensiero e con i ricordi di quel pezzo di vita che ho passato vissuto con lui.
C'erano poi Marco, Mauro, Amo, Guido, Alessio tutti amici che adesso camminano su altri prati e sentieri.
Poi c'eravate voi, ciascuno di voi; con il vostro modo di seguirci silenzioso oppure scritto, ma sempre discreto, gioioso e appassionato. A voi il mio grazie smisurato per una condivisione che reputo ugualmente smisurata.
Poi accanto a me i miei compagni di viaggio con i quali ho condiviso tutto quello che c'era da condividere: la gioia, il ridere, la fatica, la pioggia, i sassi, la spiaggia, il vento, le preghiere, il mare, le salite, i dolori, le difficoltà. A loro il grazie per avermi sopportato, per essersi fidati e affidati ma sopratutto il grazie per esserci stati: con il cuore!
Abbiamo rivisto persone che non vedevamo da due settimane e, come accade sul cammino, le abbiamo riviste per caso scegliendo un bar invece di un altro, una strada invece di un'altra. Sono rapporti forti che fisicamente finiranno con stasera ma resteranno indelebili nel cuore e non solo perchè le foto ci aiuteranno in questo ma perchè sono stati momenti di incontro vissuti e vissuti al massimo.
Torniamo alla normalità da domani ma sta a noi mantenerla tale o renderla diversa in qualcosa. Non andrò in ufficio con lo zaino e la valigetta mi farà un certo effetto ma posso andarci a piedi invece che in motorino. Gli ostacoli potrei superarli senza arrabbiarmi così come non serviva arrabbiarsi se trovavi una salita che non ti aspettavi. Potrei cambiare il saluto del "buongiorno" in un "buona giornata", così come abbiamo augurato "buon cammino" per 830 chilometri a tutti quelli che incontravamo.
In tutto questo, che possono apparire solo dei buoni propositi, c'è una grande verità che non la dico io ma la dice il cammino: si inizia sempre dal primo passo!
Auguro a me, a voi, ai miei compagni di viaggio di fare questo primo passo e poi un secondo e poi un terzo e poi............poi saremo diversi: noi e chi ci sta intorno.
Grazie ancora.
Un abbraccio. Buon Cammino........e Buon Primo Passo.
Nicola.






09 giugno 2018

Ho voglia di scrivere.

Carissimi,
non perchè fuori piove e non perchè non ho altro da fare ma scrivo nuovamente perchè ho veramente voglia di scrivere.
E la voglia nasce dalle tante cose che frullano in testa nel giorno prima dell'arrivo a Santiago. Ho sempre scritto che l'ultima notte nel nostro letto rivediamo tante e tante immagini e riviviamo emotivamente tante e tante emozioni vissute in tutti questi giorni. E per fare questo non mi devo sforzare di ricordare dove eravamo o quando è successo: ogni cose è ben scolpita e di ogni cosa ho memorizzato un dettaglio che aiuta a rivedere e a ricordare.
Quello che diventa difficile spiegare e ancora di più scrivere è il come si riesca a riprovare emozione nel rivivere mentalmente quei momenti. Quando diciamo che ogni momento è unico sicuramente intendiamo che non può ripetersi o che l'emozione vissuta non può ripetersi con la stessa emotività. Ma sul Cammino mi è sempre accaduto il contrario: se penso ad un momento magico di felicità lo rivedo e rivivo con felicità, sorridendo se avevo sorriso, ridendo se avevo riso; un momento di difficoltà lo rivivo con la stessa faccia scura, magari non percepisco lo stesso dolore ma ne ricordo l'intensità.
Le facce delle persone incontrate sono poi quelle che ricordo meglio; anche durante il Cammino capita di vedere persone, perderle per giorni e giorni e poi riconoscerle a sedere in un bar o nel letto accanto al tuo nel dormitorio. Ma ti capita anche di riconoscerle nelle vie di Santiago tra decine e decine di altri pellegrini e decine e decine di turisti. Non è la mia una mente fotografica ma è il vissuto, anche per pochi minuti, che ti si è impressionato come se tu avessi internamente una pellicola fotografica; ma sappiamo benissimo tutti quanti che non è una pellicola ma bensì un cuore che "scatta" e memorizza.
Ma tutto questo grande disegno positivo si porta con sè un peso che non posso eliminare nè attutire; non posso fare come la zavorra di una mongolfiera che se la lasci cadere ti fà alzare di più nel cielo. E' il peso della malinconia, della nostalgia riferita sia alle persone che ai singoli momenti. E' vero: li ho nel cuore ma sono andati e malinconia e nostalgia non nascono dal fatto che non puoi più viverli uguali ma soltanto dal fatto che sono andati perchè sono proprio dei momenti unici e irripetibili. Non è facile da spiegare ma sò per certo che vi sforzerete di capirmi e di capire quello che ho scritto.
E non è vero che solo chi ha fatto il Cammino lo può capire. Può essere avvantaggiato, sicuramente più di altri; ma chi mangia e vive di sentimenti e sensibilità può arrivare a capire anche gli aspetti più profondi di un Cammino.....e poi sentirà la voglia di partire non per verificare ma perchè a quel punto il Cammino lo avrà chiamato.
Buona notte a tutti.
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola.

Tappa 35: la spiritualità prende forma e l'amicizia lo stesso.

Carissimi,
ho scritto ieri sera che mi immaginavo che i Vespri con la Comunità dei Monaci sarebbero stati particolari ma non pensavo che sarebbero stati così coinvolgenti e belli. E' stato un tuffo in una spiritualità che mi ha abbracciato e abbracciato stretto; la chiusura di una giornata che non avrei mai pensato così.
I canti, le preghiere, la gestualità dell'incenso, delle luci soffuse, dei momenti di silenzio, hanno creato un'atmosfera nella quale mi sono sentito proiettato e coinvolto nello stesso tempo. Condividere, per noi pellegrini, questi momenti con chi vive la propria vita che sia religiosa o no, è un tassello importante dell'intero cammino perchè ci fa sentire partecipi di un qualcosa che va al di là del semplice camminare o fermarsi in un posto X per dormire. E' un qualcosa che arricchisce ulteriormente la nostra già ricca esperienza ed è sopratutto un tassello, o più tasselli, che non si leveranno mai dal nostro cuore e dalla nostra testa.
Stamani, partiti con il sole, abbiamo avuto lunghi rettilinei di strada asfaltata; una specie di mesetas in un paesaggio dove il silenzio era assoluto salvo il rumore del vento che passava e viaggiava tra gli alti alberi di eucalipto. Ciascuno assorto anche nei suoi pensieri; i miei orientati a quanto fatto e vissuto in tutto questo tempo; 36 tappe; 36 fatiche diverse ma tutte con la stessa gioia di essere affrontate con quello che la strada mi ha messo davanti; 36 giorni con i miei amici e Paola accanto; 36 giorni di incontri e di tenativi di parlare le lingue del mondo con pellegrini del mondo.
Il vento oggi ha portato sulla mia faccia tutto questo: a volte in maniera gelida ma solo per attirare ulteriormente la mia attenzione, a volte in maniera delicata quasi a evitare di farmi durare ancora più fatica.
Poi a metà mattinata un altro momento di gioia che forse per alcuni non sarà considerato tale: la divisione del materiale dello zaino di Mirella nei nostri tre zaini perchè Mirella ha avuto, ed ha tutt'ora, un problema al piede che la faceva zoppicare.
Buttate le bacchette per terra, levati gli zaini abbiamo iniziato a dividerci la roba: chi ha preso le magliette, chi le medicine, chi il maglione ecc. ecc. Un vero momento di condivisione e per questo un vero momento di gioia.
Poi si rallenta tutti quanti perchè si deve andare al passo di Mirella; e anche questa è condivisione, amicizia; anche questo è cammino e gioia.....sempre gioia!
Domani ultimo giorno, ultimi 25 chilometri, ultime fatiche.....ma non le sentiremo per nulla: sappiamo dove stiamo arrivando.
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola.




08 giugno 2018

Tappa 34: tanto asfalto ma tanta gioia.

Carissimi,
ci avviciniamo! E via via che camminiamo sappiamo che stiamo facendo un passo in più verso Santiago e un metro in meno sempre verso Santiago.
Passi e metri: due entità, numeriche e di misura, che ci hanno accompagnato per così tanti giorni. Mi è capitato più volte di contare per un po' di tempo i passi che stavo facendo: 100 passi, 500 passi, 800 passi. Era un modo per concentrarsi quando la testa andava da altre parti e queste parti non mi stavano aiutando a camminare. Ma è stato anche un modo per assaporare la lentezza e nello stessop tempo il rumore dei sassi sotto le mie scarpe. E' un modo tra i tanti (ma non tantissimi) per durare mentalmente meno fatica.
Poi c'è lo sguardo sul paesaggio: oggi ginestre a destra e a sinistra, cespugli di erica e profumo con gli eucalipti. Un trionfo della natura. E tutto intervallato dal silenzio e oggi, per fortuna, da nessuna goccia di pioggia se escludiamo gli ultimi cento metri prima di arrivare al Monastero.
Si, oggi siamo ospiti di un Monastero enorme ma purtroppo soltanto in minima parte abitato dalla comunità dei Monaci Benedettini e in altra minima parte adibita ad ostello per i soli pellegrini. Mi sà che stanotte farà freddo a dormire ma ci riscalda il fatto che tra un po' ci saranno i Vespri con la comunità e da quel poco che sò dovrebbero essere molto belli.
Come ho scritto nel titolo, tanto asfalto ma anche tanta gioia per l'avvicinarsi della mèta finale. Che sarà finale soltanto per il camminare quotidiano perchè un finale vero e proprio non ci sarà mai.
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola.



07 giugno 2018

Tappa 33: gli ultimi 100 chilometri.

Carissimi,
non è certamente una vittoria ma arrivare al cippo che indica gli ultimi 100 chilometri da fare è sicuramente un piccolo traguardo di questo lungo, faticoso e bellissimo cammino.
E ogni volta le foto sono di rito perchè è comunque un momento particolare che va condiviso con i compagni di viaggio e ora anche con voi tutti.
La pioggia continua a camminare con noi; ci tiene quasi compagnia anche se certe volte è una compagnia un po' fastidiosa. Ricordo il sole dell'anno passato in questi stessi luoghi e ricordo sopratutto gli altri pellegrini, Marcello e Cristina, che si erano uniti a me e a Marco per l'ultima settimana di cammino. E' stata anche quella una bella esperienza, indipendentemente dal tempo buono, che ci ha portato insieme ad arrivare a quella piazza tanto agognata.
Si è vero: aspetto quella piazza, voglio quella piazza ma sopratutto desidero arrivarci con i miei amici pellegrini e con tutti coloro che mi hanno seguito, letto, scritto; con tutti coloro che idealmente sono nel mio zaino, con tutte le intenzioni, preghiere, richieste, pensieri. Arrivare in quella piazza con tutto questo è stato un grosso impegno e una grossa responsabilità; è sempre stato così ma è per questo che è ancora più bello.
Per adesso ho ancora davanti tre giorni e 80 chilometri da fare...si perchè il cippo dei 100 ormai è già passato!
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola.



06 giugno 2018

Tappa 32: sò che mi sarà presentato il conto.

Carissimi,
inutile negarlo: sto contando i giorni, i chilometri che mancano, i pochi ostelli dove ancora ci dovremo fermare a riposare.
Sto contando ma non è frenesia nel voler arrivare ma piuttosto desiderio di portare a conclusione una nuova bellissima esperienza.
Ma sò che tutto questo avrà simbolicamente un prezzo da pagare; sò per certo, perchè già vissuto, che adesso magari non vedo l'ora di arrivare ma che dopo tutto questo mi mancherà: e lì sarà dura, veramente dura!
Se ci pensate bene: hai camminato per 36 giorni alla velocità dei tuoi piedi, hai portato sulle tue spalle sempre la stessa roba con la quale ti sei cambiato e vestito, hai mangiato nei posti che il cammino ti ha messo a disposizione e molte volte lo ha fatto anche la provvidenza, hai dormito nel tuo sacco e sempre in un letto diverso, hai odiato e amato il tuo zaino, hai curato i tuoi dolori e le tue vesciche sapendo che non potevi guarire in un giorno ma che avresti dovuto stringere i denti per proseguire, hai protetto per quanto possibile le tue scarpe dall'acqua e dal fango perchè sai che sono uniche e perfette per i tuoi piedi e perchè poi non ne hai altre.
Poi ad un tratto rientri nel tuo mondo, nei tuoi spazi, nei tempi che molte volte non sei te a dettare; rientri anche nelle tue comodità, nelle tue attività. Ma ricorderai sempre tutto quello che hai fatto in quei 36 giorni, come lo hai fatto e con chi lo hai fatto.
Sarà questo lo scotto da pagare! Ma lo dico comunque in positivo perchè il vero cammino comincia da quando rientri a casa e non puoi che vedere e vivere tutto questo in positivo altrimenti che esperienza sarebbe stata?
Sò però che sarà difficile per i primi tempi ma poi imposterai la tua giornata il più simile possibile ad una giornata di quelle trentasei appena finite..........
.......... e poi un giorno potrai sempre ripartire!
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola



05 giugno 2018

Tappa 31: la fame è una brutta bestia!

Carissimi,
si continua a camminare e si continua imperterriti a prendere acqua. Dalle previsioni abbiamo valutato che sarà ormai così per tutto il resto della settimana fino a Santiago. Ok. Ci arrangiamo con il materiale che abbiamo e ci asciughiamo quando arriviamo o nelle soste provvidenziali durante il cammino quotidiano.
La tappa di oggi ha mostrato il meglio della Galicia da un punto di vista paesaggistico; peccato per l'acqua, ma i posti attraversati avevano un loro fascino particolare che solo in questa terra puoi trovare.
Da quando ho iniziato questo cammino, insieme agli altri compagni di viaggio, abbiamo sempre prestato attenzione quando a tavola notiamo scritto, sul menù del pellegrino o sul menù del dia, la parola: maccherones o spaghetti. Questo perchè dopo un po' di tempo la carenza di pasta per noi italiani si fa sentire.
E come tutte le volte, accettiamo la scommessa di provare perchè sappiamo benissimo quale è l'handicap spagnolo in relazione alla "cottura" della pasta stessa.
Devo dire però che noto un miglioramento e tante volte la scommessa è stata vinta e abbiamo potuto mangiare un primo piatto che non aveva quasi nulla da invidiare ai nostri primi piatti.
Quando poi la fame è tanta non guardi tanto per il sottile, non chiedi dettagli, non ti fai e non fai domande supplementari per capire, in anticipo, cosa ti porteranno.
E così oggi la scommessa è stata persa alla grande e gli spaghetti che abbiamo mangiato (che sono gli stessi che voi avete la fortuna di vedere soltanto in fotografia!) erano veramente immangiabili e direi anche un po' inguardabili. Dal conto temporale che ho fatto sono stati sicuramente buttati nell'acqua ieri e scolati oggi ipotizzando che prima o poi qualche italiano sarebbe passato di lì a ordinarli.
La foto, credetemi, non rende giustizia; giustizia invece la chiederei per il cuoco che li ha preparati.
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola



04 giugno 2018

Tappa 29 e 30: ama il tuo zaino...è tutto quello che hai!

Carissimi,
la Galicia è vero ci ha accolto e ci ha accolto con l'acqua perchè è una delle sue caratteristiche. Ieri per la verità ci ha dato anche un po' di sole; oggi un po' meno. Stamani siamo proprio partiti con l'acqua e una provvidenziale tettoia di una casa dopo un'oretta ci ha dato la possibilità di fermarci un momento e di sistemarci meglio.
Ho tirato fuori anche il cappello secondario impermiabile e con paraorecchie perchè il vento si faceva sentire; sopra rigorosamente il già collaudato cappello giallo con tanto di lacciolino per non farlo volare via.
Ieri 30 oggi 25 chilometri ma per me è stata più faticosa oggi; non tanto per l'acqua quanto per il tanto asfalto e sempre costantemente in salita. In più lo zaino ha dato un po' più di fitte alla schiena. Dovrò rivedere qualcosa nella regolazione degli spallacci.
C'è stato un momento in cui ho pensato di mollarlo; sul bordo strada, da qualche parte: mi aveva veramente stancato ma poi in un baleno come è venuto il brutto pensiero così se ne va via perchè in quello zaino hai tutto.
Hai tutto il materiale che ti è servito per un mese e che ancora ti servirà per questi rimanenti giorni; hai tutte le cose spirituali che io e altri ci abbiamo messo dentro.
E quindi lo devi amare anche quando ti fa male, anche quando ti sembra che pesi il doppio di ieri; è la tua mente che pesa il doppio, sono i tuoi pensieri che pesano il doppio e forse hai aggiunto altri sassi invece di lasciarne qualcuno per strada!
Da ieri (domenica) siamo entrati nell'ultima settimana quella che non sò mai se passerà più velocemente o più lentamente delle altre. Sò per certo che è l'ultima, l'ultima di cinque meravigliose settimane passate in compagnia di Cinzia Alessandro Paola Loris Mirella, trascorse incontrando pellegrini e gente di paese, guardando il mare e i boschi, pensando ai chilometri fatti e a quelli da fare.
L'ultima settimana che è in discesa soltanto come calendario perchè il cammino anche oggi ci ha portato a 600 metri di altitudine e nei prossimi giorni ci farà andare in sù e in giù.
E lo zaino sarà sempre con me: fino alla fine.
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola.



02 giugno 2018

Tappa 28: e arrivò l'ultima spiaggia.

Carissimi,
giornata carica di emozione ma anche di una sana malinconia nel salutare quel mare che ci ha tenuto compagnia per quattro settimane.
Siamo arrivati così all'ultima spiaggia, spiaggia che abbiamo voluto visitare in lungo e in largo, calpestare piano piano, respirare fino al più vicino scoglio, immortalare da ogni angolo possibile. E lei è stata lì per noi con la bassa marea che ci ha dato la possibilità di fare tutto questo. Le nostre impronte sono rimaste lì ma già stasera saranno ricoperte e entreranno simbolicamente a fare parte di questo immenso mare.
Ci siamo avvicinati tutti insieme al belvedere; ho voluto che stessimo vicini tutti e quattro e idealmente c'erano anche Alessandro e la Cinzia che questo mare lo hanno conosciuto fin dal primo giorno. Poi alla staccionata la visione bellissima di questa spiaggia immensa.
Devo dire che l'ho sentito dentro tutto il periodo che siamo stati lì; quando ho dato le spalle al mare per riprendere il cammino ho sentito un vuoto, una sensazione di uno che non sà se rivedrà, come e quando, questo luogo.
E riprendendo a camminare siamo entrati in Galicia, l'ultima provincia che come su tutti gli altri cammini, ci porterà e guiderà fino a Santiago. Anche in questo caso, una grossa emozione attraversare il ponte che divide le Asturie dalla Galicia; anche qui emozioni contrapposte tra quello che lasci e quello che incontri; immagini e ricordi di giorni da poco passati e immagini che da domani inizieremo a memorizzare nei nostri cuori. Perchè è lì che racchiudiamo tutto!
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola.



01 giugno 2018

Tappa 26 e 27: fratello sole e sorella acqua.

Carissimi,
effettivamente di sole quest'anno ne abbiamo visto poco mentre sicuramente si è abbondato nell'acqua e in generale nel cielo nuvoloso.
Ieri giornata splendida appena ci siamo alzati nonostante le previsioni notturne non promettessero niente di buono. Siamo quindi partiti in direzione di Luarca sempre paralleli al mare ma ad una distanza di un chilometro costante. Il tempo ci ha concesso di eliminare un po' di umidità dalle ossa e sicuramente anche dai vestiti.
Oggi invece nuvoloso e pioggia non a catinelle ma leggera e continua; quanto basta non per bagnarti completamente ma per farti capire che ieri era ieri e oggi è oggi!
Gli indumenti un po' tecnici che abbiamo impediscono comunque, in queste situazioni, di essere già inzuppati dopo appena 5 minuti. Difficile però non esserlo dopo 4 ore!
Siamo sempre per pascoli e il mare sempre all'orizzonte ma lo intravediamo senza mai toccarlo veramente con gli occhi; domani (sabato) sicuramente ci avvicineremo molto, molto di più. Tappa lunga oggi: 29 chilometri in tutto ma non con asperità o con quelle che già conoscete come depressioni. Stradine tra i campi con dolci e leggeri saliscendi e intorno tante mucche e tanta "puzza" di stalla! Ma la conosciamo già e i nostri recettori nasali sono avvezzi da tempo.
Ci ha accolto il paesino de La Caridad, che si sviluppa con le sue poche case lungo la strada principale. Ha comunque tutto quello che serve: due ostelli, due bar, una farmacia e un piccolo supermercato. Se cerchiamo bene troveremo anche un bancomat!!! Wuao, che lusso!
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola.


30 maggio 2018

Tappa 25: le sei depressioni.

Carissimi,
in termini psico-sociali si definisce depressione uno stato d'animo negativo che nasce da un elemento scatenante personale chiaramente negativo. Questa è la definizione che da profano dico io. In termini di Cammino è definita depressione un pezzo di cammino, appunto, che ti porta da una quota di 180 metri a quota 0, o quasi, sul livello del mare in poche centinaia di metri e sempre in poche centinaia di metri ti riporta da quota 0 a quota 180 o similari facendoti aumentare di tanto i battiti cardiaci in alcuni momenti già alti di suo!!!
Oggi ne abbiamo fatte sei di queste depressioni e se calcoliamo anche il fango, è stato veramente faticoso portarle fino in fondo.
Il rumore costante oltre allo sciacquettio delle scarpe nell'acqua o nel fango era il mio respiro che come un mantice di un fabbro si udiva anche a lunga distanza.
A parte questo, la giornata ci ha riservato sì la pioggia ma ce ne ha lasciati immuni nel momento in cui ci siamo avvicinati alla Playa del Silenzio e alla Playa di Ballota. Due angoli meravigliosi che sicuramente il sole avrebbe esaltato ai massimi livelli ma che per noi pellegrini dobbiamo fare nostri, con cuore e occhi, in qualsiasi maniera ci si presentino davanti.
Questo è uno dei segreti del Cammino: accettare tutto quello che ti viene donato e tutto quello che la strada ti presenta davanti. Qui è così e poi a casa? mi continuo a chiedere da anni ..... altro sasso nello zaino!
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola



29 maggio 2018

Tappa 23 e 24: la testa deve girare bene per poter camminare.

Carissimi,
bastano pochi attimi ed un pensiero negativo in testa per farti camminare meno e con molta più fatica. Sperimento nuovamente il grande potere della mente nel saper comandare e dirigere le gambe; qualche pensiero diverso dal solito, un pochino più negativo rispetto al normale e salta tutto il meccanismo del camminare bene.
Ma anche questo aspetto rientra nell'esperienza generale del cammino; ti fa capire che non sempre e non su tutto può andare sempre bene, sempre in positivo, sempre in allegria ecc. ecc.
Ci sono momenti nei quali i pensieri "negativi" prendono il sopravvento e sta a te non far finta di nulla ma dissiparli; il chè non vuol dire eluderli o far finta di nulla ma significa affrontarli in momenti diversi se non siamo costretti a risolverli in tempo reale. Io non ero in questa situazione e quindi ho fatto in modo che uscissero fuori dal mio raggio di azione.
Attraversiamo piccoli paesi e in piccoli paesi ci fermiamo; sarà così per tanti giorni, direi quasi fino alla fine salvo un paio di eccezioni. Non conto nè i giorni fatti nè quelli che mancano; a dire il vero sò poco anche dei chilometri fatti e mancanti perchè il mio conto è giornaliero ed ho quindi un chilometraggio tappa per tappa. E' libertà anche questa o per lo meno quella che percepisco: mi sembra tantissimo che sono partito e mi sembra ancora tanto il cammino che ho da fare.
Con Loris Mirella e Paola la sintonia è perfetta anche quando si tratta di cose frivole come il bere e il mangiare; forse differiamo sul cosa ma la birra è sempre presente anche come gratificazione di fine giornata per la fatica sostenuta. Ogni tanto ci scappa qualche Poleo (thè alla menta) ma si contano sulle dita di una mano.
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola.


27 maggio 2018

Tappa 21 e 22: tutto ha inizio dove l'anno scorso finì.

Carissimi,
le ultime due città grosse che incontreremo sul nostro cammino: Gijon e Aviles. In effetti passare dal silenzio del paesaggio naturale al caos della città, piccola e grande che sia, è uno sbalzo notevole che in buona parte ci disorienta.
Gijon: città della fine, città dell'inizio. Era inevitabile che la testa ieri ed oggi fosse concentrata a quanto accaduto l'anno passato. Per Loris volle dire abbandonare il cammino tornando in Italia, per me e Marco significò iniziarne uno nuovo da soli senza il nostro amico.
Ricordo ancora la mattina della domenica a Gijon quando suonò la sveglia di Loris; doveva essere il primo ad alzarsi per essere anche il primo ad andare via verso Santiago con il bus e poi con l'aereo a casa. Non posso dire di aver dormito molto quella notte; l'idea di questa prima sveglia mi rimbalzava in testa con un'aria ansiosa e per niente felice.
Loris si preparò e ci salutò con un forte abbraccio che non è comunque riuscito a compensare la sua assenza nei giorni successivi; ma ricordo però la sua stretta e il suo calore. Come ricordo bene quando non contento di quell'abbraccio mi sono poi affacciato alla finestra per continuare a salutarlo e per continuare a vederlo andare via fino a che uscì purtroppo dalla mia visuale.
Tornai sotto le coperte come se qualcuno mi avesse dato un pugno alla stomaco e non fu facile trattanere le lacrime; nell'altro letto Marco non era da meno!
Poi fu il mio turno: sarei partito da solo perchè Marco aveva le piaghe ai piedi e per due giorni consecutivi mi anticipava in bus e io facevo le tappe da solo.
Al pugno allo stomaco si aggiunse quindi la solitudine del camminare come in quel lontano 2005 quando partii per il mio primo cammino.
Oggi siamo quindi ripartiti; direi sopratutto Loris è ripartito perchè per lui da oggi tutto è nuovo, tutto è una scoperta e sono felice di poterla condividere insieme poi a Paola e Mirella. Vedrà posti mai visti, calcherà sentieri mai percorsi, toccherà nuovamente la sabbia del mare.......e a Dio piacendo concluderà il suo cammino che poi è anche il nostro.
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola.


25 maggio 2018

Tappa 20: la storia dei sassi.

Carissimi,
giornata piovigginosa oggi e pensiamo che lo sarà fino a lunedì. Ieri abbiamo rivisto alcuni pellegrini persi nei giorni precedenti e anche oggi abbiamo avuto la piacevole sorpresa di rincontrare Brjan e Vanessa, Kevin e Samantha e la coppia di francesi. Tutte persone viste e conosciute nelle settimane precedenti, chi subito dopo la partenza chi lungo la strada. Con ciascuno di loro si è intessuto un rapporto particolare e tutti quanti speriamo di arrivare insieme a Santiago o comunque di vedersi in quella piazza. Ma nessuno lo può sapere; i tempi di ciascuno possono essere diversi, il cammino stesso ti può dare dei tempi che tu non avevi programmato.
Nella vita del cammino la storia dei sassi ha un suo ruolo principale e particolare perchè è uno di quegli "oggetti" alla base del cammino stesso.
Ciascuno dovrebbe portarne nel suo zaino e lasciargli via via che cammina nel posto che ritiene più significativo per lui; rappresentano i propri limiti, le proprie debolezze ma potresti portarli anche per conto di altri e farti quindi carico di un qualcosa che non sai, che non conosci ma che una persona cara ti ha comunque affidato: con me ho anche di questi e ne vado orgoglioso sentendomi responsabile del loro cammino con me.
Come lasci i tuoi sassi così puoi anche raccoglierne affinchè il tuo cammino non sia mai privo di cose, pesanti o leggere, che ti facciano riflettere e pensare. Perchè a questo servono i sassi: a pensare e a riflettere.
Ne ho raccolto uno ieri; mi piaceva ma era più grosso del "normale". Ho indugiato se prenderlo o lasciarlo proprio per via del peso ma poi alla fine mi sono detto che dovevo prenderlo e così ho fatto. Adesso cammina con me in una tasca laterale del mio zaino. Gli ho affidato un compito particolare e so che non mancherà di farlo.
Loris, Mirella e Paola vi salutano con affetto.
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola



24 maggio 2018

Tappa 18 e 19: vorrei fare una telefonata!

Carissimi,
proprio così: vorrei fare una telefonata, quella telefonata! Tutte le volte che sono stato in cammino o in Tanzania ho sempre chiamato casa dei miei genitori almeno una volta alla settimana. Adesso che non posso fare questa telefonata, il ricordo si è impossessato di me in questi due giorni ed è sceso un velo di malinconia.
Di solito rispondeva sempre il babbo, con voce autorevole ma scherzosa, non sapendo comunque chi ci fosse dall'altro capo del telefono. Era un modo per scherzare con chiunque ci fosse; per me era una rassicurazione che stava bene e che tutto procedeva per il meglio.
Un anno fà. Tutto procedeva bene ma in un anno tante cose possono cambiare.
In questi due giorni abbiamo alternato percorsi all'interno con passaggi meravigliosi lungo la costa. Abbiamo incontrato diverse spiaggie per le quali è arduo quanto inutile stilare una sorta di classifica di bellezza.
Abbiamo sofferto un po' il caldo anche se non con il sole diretto ma con una temperatura alta ed un certo grado di umidità.Ma va benissimo in questo modo, anche se sembra che il pellegrino, per natura, non sia mai contento.
I compagni di viaggio Loris e Mirella guardano ammirati i panorami; sopratutto Loris che un anno fà non ha potuto godere di queste immagini se non dai racconti miei e di Marco; ma vederli è tutt'altra cosa!
Ogni tanto ritorniamo indietro di un anno a quella caviglia gonfia, a quegli spostamenti con il bus e all'attesa in ostello dell'arrivo mio e di Marco. Per noi due era uno stimolo cercare di arrivare prima possibile per stare insieme a lui, ma per Loris fu una sofferenza non vivere appieno il Cammino.
Questa volta tutto sta andando bene e ringrazio ogni giorno per questa nuova, ennesima possibilità.
Per oggi smetto di scrivere ma ho sempe una telefonata da fare........che non farò più.
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola.


22 maggio 2018

Tappa 17: percorsi brevi ma spazi immensi.

Carissimi,
due tappe brevi ci hanno riavvicinato al mare e con lui ad una vista meravigliosa su questa costa del Nord.
Tappe brevi e con arrivo anche oggi in un piccolo paesino, a misura di pellegrino come dico io: un ostello, una Chiesa, un bar e questa volta anche una piccola tienda cioè un alimentari.
Quando ci fermiamo in questi luoghi di solito vediamo poi passare altri pellegrini che proseguono; ci salutiamo inconsapevoli se avremo o no la possibilità di rivedersi più avanti. Il Cammino, in questo caso, è come un elastico: puoi perdere qualche pellegrino per giorni e ritrovarlo a distanza di tempo in un paesino come in una grande città.
La costa oggi ci ha offerto uno spettacolo unico, complice anche l'ancora bella giornata di sole. Rocce a picco sul mare e l'immagine bellissima di una giovane pellegrina conosciuta ieri sera che su un promontorio erboso a picco sul mare era intenta a scrivere su un piccolo libretto. Sono le immagini classiche, semplici del Cammino ma sono poi anche le più numerose perchè sfrutti le possibilità che il Cammino stesso ti offre nello sviluppo dei suoi tanti chilometri; sta a noi coglierne l'occasione e sfruttarla al meglio: le cose da pensare non mancano come anche le cose da scrivere.
Un abbraccio. Buon Cammino.
Nicola


21 maggio 2018

16 tappa: non siamo mai soli.

Carissimi,
la tappa odierna a Serdio ha significato l'arrivo di Loris e Mirella ed ha segnato il ritorno sul luogo dell'incidente di anno scorso di Loris che lo obbligò al rientro forzato a casa.
Partito Alessandro, un nuovo cammino è iniziato con gli altri amici e devo dire che sul momento, la prima giornata, sia mentalmente che fisicamente anche a me sembrava di iniziare in quel momento e quindi ne ho un po' risentito. Oggi va già meglio!
Per un amico che abbracci alla partenza, altri tre gli abbracci per l'arrivo e quindi è vero che sul cammino non sei mai solo ma non perchè lo hai programmato ma perchè lungo la strada di Santiago come della vita, puoi sempre incontrare persone: sta a te farne tesoro e camminare con loro.
Il ricordo dell'incidente di Loris sapevo che psicologicamente sarebbe stato pesante perchè caratterizzò tutta la mia esperienza e perchè mi fece capire che non puoi considerarti immune e al di sopra degli ostacoli che puoi trovare lungo la tua strada. Tornare su questi luoghi da oggi in avanti ha un significato non di rivincita ma soltanto di ringraziamento per essere potuti tornare proprio in questi luoghi. Con Loris abbiamo mentalmente ripercorso quei giorni e quei chilometri fatti zoppicando e poi sempre più con dolore e con rassegnazione.
Io sono stato enormemente contento di averlo nuovamente al mio fianco e con lui sia Paola che Mirella; sarà un modo per continuare a ringraziare anche per il nostro primo incontro avvenuto ormai nel 2011 sul Cammino Francese. Da quel momento sempre insieme.
Un abbraccio Buon Cammino.
Nicola.



14-15 tappa: giorni intensi e per questo meravigliosi.

Carissimi,
riprendo a distanza di qualche giorno la mia scrittura e condivisione con voi di questa esperienza. Sono stati giorni particolari perché la partenza di Alessandro e l'arrivo di Paola Loris e Mirella hanno di fatto segnato ogni momento e ogni passo di questi giorni.
Ho cercato di non pensare a Domenica mattina, al giorno della partenza di Alessandro, perchè non poteva essere nè un momento normale nè un momento semplice; anzi è completamente all'opposto. Mi sono sforzato di non "vivere l'arrivederci" ma di pensarlo come un prologo ai futuri cammini che a questo punto sia Alessandro che la Cinzia potranno fare da soli.
E' stato un avvio, un bell'avvio che lascerà i segni in ciascuno di noi e i segni sono tutti positivi.
Mi sono detto prima di partire da casa che non avrei fatto nè la guida turistica nè l'esperto dei cammini; mi sono limitato alle cose importanti, essenziali. Per il resto ho voluto che i miei due amici camminassero con le loro gambe e sperimentassero sensazioni, emozioni e tutto quello che di bello e anche di doloroso il cammino ci riserba.
Così ho evitato di descrivere metro per metro la strada da fare; di anticipare tante delle cose che abbiamo visto e incontrato. E' stata una mia scelta, spero che sia stata quella giusta. Per il resto camminare fianco a fianco per due settimane, condividendo tutto quello che la strada ti mette davanti agli occhi e sotto i piedi, è stata un'esperienza particolare e bella. Spero che sia stata anche formativa e spirituale perchè quando poi Alessandro e Cinzia saranno tornati alle loro attività, dovranno poter attingere a questa fonte di energia. Sarà la stessa cosa anche per me; non faccio differenza alcuna.
Buon Cammino.
Nicola

18 maggio 2018

12 e 13 tappa: rivedere gli amici con gli occhi pieni delle cose che ti circondano.

Carissimi,
due giorni di silenzio non voluti ma causati da poca linea, ma quando la poca linea è in un posto come Guemes sinceramente non gli dai peso.
Sembra fatto apposta che dopo la sosta e l'emozione vissuta a Laredo si arrivi in un altro posto ugualmente magico come quello della Comunità di Padre Ernesto. In due giorni sperimentiamo tante di quelle cose che ci serviranno come bagaglio nei prossimi giorni ma anche quando torneremo a casa.
La giornata di ieri giovedì ha visto il sole a differenza dell'anno passato che prendemmo una vera e propria burrasca di acqua per buona parte della giornata. All'imbarcadero abbiamo aspettato la barchetta sotto un sole ancora non caldo ma sicuramente molto diverso dalle raffiche di vento e pioggia che arrivavano anno da ogni parte. Ho ringraziato per aver avuto nelle due occasioni la possibilità di percorrere gli stessi posti con il tempo diverso; se stai attento ti accorgi che ci sono sfumature diverse di colori e profumi. Ma anche le tue sensazioni sono diverse e non soltanto perchè piove o c'è il sole.
L'arrivo a Guemes è stato bello perchè l'abbiamo fatto dalla parte giusta, arrivando cioè da un campo in erba in salita con la casa che stava lì ad aspettarci quasi a braccia aperte. E a braccia aperte ci hanno accolto gli hospitaleros di cui Serena una italiana che sta preparando una tesi di laurea sul Cammino. Ho parlato con lei a lungo ed è stato un bellissimo confronto e una bellissima condivisione.
Ho approfittato di un momento in cui sono rimasto da solo e ho passeggiato a piedi nudi sul grande parco sul retro della casa. E' lì che mi sono rivisto insieme a Padre Luciano nei tanti ritiri di preghiera, nelle tante domeniche passate ad ascoltarlo e a riflettere: perchè lui ti portava veramente alla riflessione. Ed erano riflessioni profonde anche se fatte da giovani.
La sensazione dei piedi nudi sull'erba è stata come di una dolce carezza su dei piedi un po' martoriati, come una leggera brezza che portava via il dolore e rinfrescava conseguentemente. Poi è spuntata la luna; la misura di una falce, non più grande e accanto una stella. Idealmente ho pensato che quest'ultima fosse appesa con un filo alla punta estrema della luna.
E quell'idea del filo me la sono portata dietro per buona parte della nottata (visto i russatori che ci sono stati, ma più che visto sentiti!) e stamani quando abbiamo attraversato l'intera spiaggia di Somo per la sua totale lunghezza di ben 4 chilometri.
A quel filo ho dato tante immagini, ho collegato tante situazioni e sentivo dentro di me che l'emozione cresceva avendo poi sotto i miei piedi quella superficie grandissima della sabbia e dinanzi a me quella distesa infinita del mare.
Non puoi fare a meno di fermarti; ho lasciato andare avanti Alessandro, tra di noi non ci sono mai stati obblighi nè regole specifiche a riguardo; era troppo importante fermarsi, era troppo bello ascoltare, era troppo giusto pensare.
Altri amici sono venuti "a trovarmi"; altri ricordi che riaffiorano con tranquillità ma anche con il loro carico di gioia e di dolore. Li devo vivere entrambi se voglio capirne appieno il senso e se voglio continuare ad incontrare queste persone con serenità e speranza.
Buon Cammino.
Nicola.



16 maggio 2018

11 tappa: e le lacrime scendono!

Carissimi,
non sono le prime lacrime e non saranno neppure le ultime; ma sono il bello del cammino, una delle parti vere, autentiche, personali, intime ma nello stesso tempo condivise con tutti coloro che porti nel cuore e nello zaino.
Laredo, la città che ci accoglie stasera; una giornata faticosa, con un errore sul percorso, con una pioggerellina fine e con delle salite estenuanti.
Laredo mi accoglie da due anni nel Convento di clausura della S.Trinidad e la sera alle 19 oltre alla S.Messa c'è la benedizione del pellegrino. Anche stasera quando il momento è arrivato l'emozione aumenta, le sensazioni assumono dimensioni diverse, prendono la visione di persone, amici, familiari; pensi a loro, a tutto coloro che hai nello zaino, a tutte le richieste, a tutti i fogli scritti, alle mail che hai ricevuto, ai messaggi brevi ma pieni di speranza.
Ho pensato a tutti voi, ho pensato alla mia famiglia, al babbo per il quale sto camminando; ho pensato ai tanti amici che mi hanno lasciato ma che stanno camminando in terre più belle; ho pensato a voi che mi state seguendo, a Cinzia che ha camminato con me fino ad ora, ad Alessandro che ancora cammina e a Paola Loris e Mirella che arriveranno sabato.
Vi chiederete come sia possibile pensare a tutto questo in poco tempo: non esiste il tempo sul cammino; camminare dilata ogni tuo attimo e anche quando sei fermo a riflettere, scrivere, pregare, il tempo assume un'altra dimensione e ti proietta in un moto che non è quello perpetuo ma quello del cuore. E il cuore comanda su tutto ed è una gioia incredibile!
Buon Cammino.
Nicola