01 maggio 2020

Il cammino sospeso

All'ora in cui sto scrivendo sarei stato su un areo con mia figlia Donata, in direzione Santander in Spagna dove sarebbe iniziato, anzi proseguito, il nostro cammino verso Santiago.
Fino all'ultimo, non certamente fino a qualche giorno fà, ma sicuramente fin dall'inizio della chiusura in casa, abbiamo pensato e in buona parte anche sperato che per i primi di maggio sarebbe stata non dico risolta ma attenuata tutta la situazione.
Con Donata ci dicevamo: il primo maggio è lontano, qualcosa cambierà in meglio! E invece siamo passati da quella che è inizialmente è apparsa e gestita come una influenza ad una vera e propria pandemia. Poi con l'annullamento del volo ci siamo definitivamente arresi e con noi anche Paola, Loris e Mirella che a metà maggio ci avrebbero raggiunto.

Non ne faccio sicuramente una tragedia perchè in questo periodo le tragedie sono ben altre e sono sopratutto reali non di fantasia. Dispiace per tutto quello che per me il cammino significa e si porta dietro; ma sono cose che alla prossima occasione risorgeranno come ciascuno di noi farà da questa situazione sanitaria e sociale.
Non posso però non pensarci, non averci pensato; avrebbe voluto dire non aver vissuto in pienezza tutta la fase di preparazione, materiale e spirituale, che ogni cammino si porta con sè. E quindi è venuto meno il conto all'arrovescia che ero solito fare con i miei colleghi di lavoro; un conto scandito quasi giorno per giorno e che ci portava a farci delle grandi risate. Già: i miei colleghi. Non li vedo fisicamente da quasi due mesi e le videoconferenze non sono certamente la stessa cosa. Avremo seguito le X sul calendario come si fà quando si aprono, giorno dopo giorno, le caselline del calendario dell'Avvento per contare i giorni che mancano a Natale. Adesso non mancano i giorni, non mancano le x: mancano i colleghi, proprio loro, in carne ed ossa ma sopratutto in sorrisi e abbracci.

E' mancata tutta la preparazione meticolosa dello zaino, compagno di viaggio tecnico e materiale ma sopratutto scrigno fedele e custode non di segreti ma di tutte le cose, sogni, preghiere, pensieri che gli amici mi hanno sempre affidato. Questo è per me preparare lo zaino; trovare sempre il posto per una fotografia da lasciare lungo il cammino, un legnetto da portare fino a Santiago, una preghiera da fare tutte le mattine o tutte le volte che avrei incontrato una chiesetta sperduta per strada.

Sono mancate le cose da portare con me che avrei chiesto ai miei vecchi compagni di scuola delle superiori; e gli avrei chiesto cose specifiche, mirate perchè il cammino quest'anno sarebbe stato dedicato ad Alessandro, Fidel per noi studenti ed amici, il nostro professore di chimica che ha intrapreso mesi fà il suo cammino più bello. Avrei camminato per lui perchè era entusiasta quando parlavamo di questa esperienza come del volontariato in Tanzania e perchè con lui avevo ed ho tutt'ora spiritualmente un rapporto particolare. Sarà comunque il prossimo cammino, il suo cammino e questo tempo che passerà prima di poterlo fare mi farà ancora di più assaporare la gioia che proverò nel pensarlo con il suo perenne sigaro in bocca.

Ci saremmo svegliati verso le 4 stanotte perchè il volo sarebbe partito da Bologna alle 6.30. Avrei dormito poco; meno rispetto alle normali notti. Be', ho dormito poco lo stesso e non per scelta mia ma perchè la testa ha seguito comunque i ritmi ed i tempi che avremmo avuto per essere a Bologna in tempo per partire.
E' tutto sospeso: il tempo in linea generale, le attività in linea specifica. Spero solo di avere sempre la possibilità di ri-fare le cose che sono appunto rimaste in sospeso. Ci vorrà del tempo in più e tanta voglia di ricominciare da dove ci siamo fermati.

Per gli abbracci ci vorrà un po' di più.....e anche questo non è facile da accettare!

Un abbraccio. Nicola.