16 settembre 2021

E così siamo giunti.

E così siamo giunti alla mèta. E così questo Cammino è finito ma un'altro prosegue e sappiamo benissimo quale è.
Giornata nuvolosa; il sole fà capolino tra le nuvole come per dirci: "ci sono ma vi risparmio il caldo". Può darsi che il nuvoloso rappresenti in parte anche il mio stato d'animo: da domani non si cammina più! Peccato. Ma sappiamo benissimo che le cose belle non durano in eterno almeno fisicamente mentre restano perenni nel cuore e nella mente perchè sono state vissute con intensità.

Questa è la caratteristica delle esperienze belle: non sono cotte e mangiate ma assaporate lentamente fino a trarne il massimo del gusto. Solo così resteranno come ricordi indelebili.

Mentre camminavo ripensavo a tanti momenti, a tanti incontri; ieri sera cantavamo "Fratello sole e Sorella luna" con altri pellegrini a sedere sul bordo della strada. Poi i luoghi, le fatiche, le salite e le discese, i volti delle persone del luogo incontrate lungo strada, le foto, le risate, le preghiere, i pensieri rivolti ai familiari, amici, colleghi, le lacrime pensando a chi non c'è più, il ricordo di Alessandro arrivato nello zaino con me, con il nostro gruppetto e con tutti voi che ci avete seguito.

Già: Alessandro. Può darsi che qualcuno si chieda il perchè dedicare un Cammino ad una persona. Non è solo per conoscenza e amicizia o per qualcosa di specifico che mi lega a quella persona. Dedicare un Cammino a qualcuno è RESTITUIRE solo in parte tutto quello che di bello quella persona mi ha dato.

Ecco, questo termine RESTITUIRE ha per me un significato enorme perchè va oltre al semplice grazie, va oltre la semplice riconoscenza. Per restituire devi fare qualcosa, devi diventare una carta carbone inserita tra due fogli bianchi: Alessandro ha parlato e scritto sul primo foglio e io ho assimilato; adesso sta a me inserire di seguito un foglio di carta carbone e un altro foglio bianco per poter trasmettere ad altri quello che Alessandro mi ha dato. E così all'infinito se ciascuna persona facesse così.

Io ho ricevuto tanto da Alessandro e cercherò di restituire il più possibile ad altri; può essere un modo di vivere, come un pensiero, può essere un valore, come un'azione concreta: si restituisce in tanti modi; basta volerlo. Sono stato fortunato a conoscere Alessandro? Può darsi, se vogliamo usare questa terminologia. Io da sempre penso che nulla accada per caso e che tutto quanto è frutto di un piano; sta a noi vederlo e capirne il senso. Anche la morte prematura e improvvisa di Alessandro può rientrare in questo piano; è dura ma anche Sorella morte và letta in questa dimensione.
Alessandro è stato accanto a me in questi giorni se non fisicamente con tutto il resto: immagini, parole, silenzi, azioni. Ha camminato con me per continuare spiritualmente la sua vita di amico e compagno di viaggio.....e ci è riuscito pienamente!

Un abbraccio.
Buon Cammino.
Nicola.  
 

 





 

15 settembre 2021

Un giorno alla mèta...ma poi si continuerà a camminare.

E così è arrivato anche il penultimo giorno o per meglio dire l'ultima notte prima di arrivare ad Assisi. E' un momento sempre agognato dal pellegrino ma quando arriva lo si vorrebbe rimandare indietro per proseguire a camminare, per continuare a provare emozioni.

Stamani siamo ripartiti da un posto meraviglioso e la foto del sole che sale da dietro le colline racchiude tutte le sensazioni che potevo avere in quel momento ed anche quelle provate in tutti questi giorni.

Ci siamo poi incamminati dopo aver visitato l'Eremo di San Pietro in Vigneto gestito dalla Confraternita di Perugia, la stessa dell'ostello San Nicolas sul Cammino di Santiago. Un collegamento, un anello di una catena che lega spiritualmente l'Italia con la Spagna, San Francesco con San Giacomo. Poi su e giù per le colline, aspre salite e ripide discese ma con un panorama veramente meraviglioso.

In questo penultimo giorno si ripercorrono le immagini immagazzinate nel cuore e nella mente, si ripetono mentalmente frasi, pensieri, riflessioni scambiate con tutti gli amici e pellegrini incontrati. 

Alessandro è sempre stato nel mio zaino come tante altre persone e non vedo l'ora di "farlo uscire" e condividere con lui l'arrivo, la benedizione e la S. Messa del pellegrino. Poi ci prenderemo idealmente una birra insieme e lui si fumerà il consueto sigaro! Abbraccerò Elisabetta che poi riabbraccerò fisicamente a Firenze. Ci ringrazieremo a vicenda ma io ho molto di più da ringraziare perchè aggiungo alle mie precedenti esperienze un altro periodo della mia vita trascorso con amici, sulla via del Santo e portando con me tanti amici e tante situazioni per le quali ho pregato. Per questo ringrazio e ringrazierò.

Un abbraccio.
Buon Cammino.
Nicola.
 




 

14 settembre 2021

I ricordi riempiono i vuoti.

Vi devo due tappe ma quella sicuramente più significativa e importante è stata quella di ieri che ci ha visto arrivare nella città di Gubbio.
Ma ancora prima di arrivarci abbiamo salutato Paolo e Graziella che, come programmato, sono tornati a Firenze. A loro è dedicato questo post.

Carissimi Paolo e Lella,
dal titolo capite già che i vuoti oggi si sono fatti sentire e quando questi vuoti sono persone, amici, pellegrini, sono ancora più grandi e difficili da riempire.
Andando controcorrente dico che avete pienamente contribuito a creare questi vuoti e quindi vuol dire che nei giorni passati insieme siete riusciti non a diventare pellegrini ma a confermare l'amicizia che ci lega da anni.

L'esperienza di un cammino è particolare e affrontarla per la prima volta può risultare difficile per tanti aspetti; sicuramente l'aver camminato in gruppo rende più affrontabili e gestibili alcune di queste difficoltà. Ma non penso che abbiate avuto difficoltà particolari perchè quando si è motivati, affiatati e condivisibili come persone, tutto quanto può essere superato.

"Non camminare dietro di me: non posso vederti. Non camminare davanti a me: non posso raggiungerti. Cammina al mio fianco e cammineremo insieme come amici". Questo pensiero è sempre stato ben impresso nella nostra mente in tutti i cammini che abbiamo fatto negli anni. Avete camminato al nostro fianco e noi al fianco vostro; non abbiamo perso un solo passo di tutta la strada che abbiamo fatto insieme.

Orgoglioso poi di essere stato uno "scoglio" al quale Lella si è attaccata per prendere il passo e durare così psicologicamente meno fatica.
Ci avete poi salutato ieri mattina alle 6 come ciascun pellegrino vorrebbe essere salutato: vi siete alzati prima e avete preparato la colazione per tutti condividendola poi insieme anche se voi sareste andati via tre ore dopo di noi. Un gesto che rimarrà impresso ma non nella cronaca ma bensì nel più profondo del nostro cuore.

Anche di questo vi dico e vi diciamo grazie. Sapete benissimo, perchè ne abbiamo parlato molte volte, che il vero cammino è poi quello della nostra vita quotidiana che potrete però affrontare con quella carica che sicuramente l'esperienza fatta vi ha dato. Abbiate cura di voi e aspettateci al nostro ritorno: noi continuiamo ancora per qualche giorno.

Un abbraccio.
Buon Cammino.
Nicola.
 





 

12 settembre 2021

A come accoglienza.

La tappa di ieri non potevo scriverla ieri sera sia perchè non c'era linea ma sopratutto perchè è finita stamani.
Proprio così: è finita stamani con il saluto amorevole dei due ospitalieri, Monik e Angiolino, e dal suono a festa delle campane suonate apposta per salutare la nostra partenza.

Ma il tutto era cominciato ieri nel primo pomeriggio quando, dopo una strada tanto facile quanto noiosa, siamo giunti alla Pieve dei Saddi, ostello parrocchiale mèta della nostra giornata. Sapevamo già chi avremmo incontrato: Francesca, Giuseppe, Marco e due seminaristi uno della Colombia e uno messicano. Ci siamo conosciuti nei giorni precedenti e ieri in un punto della tappa ci siamo trovati casualmente tutti quanti insieme ed è stata una vera gioia. Poi ciascuno ha ripreso con il suo passo ma sapevamo dove ci saremmo fermati tutti quanti.

E così al nostro arrivo erano tutti lì a sedere al fresco e a sorseggiare acqua con limone e nipitella: una vera goduria! Poi sono arrivati anche i panini! Altra goduria!
Tante chiacchiere, tante risate; con noi fiorentini poi è una garanzia che si dica qualche bischerata. Ma nel mezzo si parla anche di cose serie, si condividono esperienze fatte sui cammini e non solo. Tutto quanto con l'accoglienza di Monik e Angiolino che mi hanno fatto rivivere dal vero quella accoglienza che tante volte ho incontrato verso Santiago e che i pellegrini vorrebbero sempre avere.

Poi arriva lei, Maria; francese di Lione, giovane e sopratutto in cammino da casa sua verso Gerusalemme. Strabuzzi gli occhi, accelleri la respirazione e apri il cuore. Non ho davanti una ragazza coraggiosa ma una ragazza alla ricerca di qualcosa che, ad una domanda di Paola, ti dice che tutti i giorni trova qualcosa lungo il suo cammino. E quindi, penso io, la sua ricerca non terminerà mai.

Dovete sapere che il cammino da Roma a Gerusalemme è sempre stato nella mia mente e incontrare una persona che lo sta facendo mi ha catapultato in una dimensione particolare che non contempla nè ammirazione nè invidia ma soltanto la felicità nel vedere che qualcuno sta facendo concretamente quel cammino. Ero e sono contento per Maria.

La cena comunitaria, il dormire tutti e sei insieme, hanno dato un ulteriore senso alla giornata e al nostro camminare sulla Via di Francesco. l'Accoglienza con la A maiuscola; quella vera, quella fatta di incontro, di condivisione, di fraternità come se ci conoscessimo da sempre; fatta di chiacchiere due a due o in gruppetti; fatta di aperture reciproche, di limiti e paure condivise, di catene spezzate e di pesi lasciati lungo la strada.

E poi la mattina; ti alzi, fai colazione tutti insieme; alcuni sono già partiti perchè hanno una tappa più lunga della nostra; fai il tuo zaino, controlli di non aver lasciato nulla, lasci la tua offerta perchè l'ostello è a donativo, abbracci e saluti chi ti ha accolto e ti incammini lungo la strada che ti stacca fisicamente da questo posto che invece ti resterà attaccato per tutta la vita.
Senti una voce, Monik; ma soprattutto senti le campane che lei stessa suona dalla torre accompagnandole con il suo saluto, con la sua gioia gridata, per salutarci e ringraziarci a vicenda. Abbiamo camminato all'indietro per imprimere ancora di più dentro di noi l'immagine di lei e di questo luogo e per memorizzare il suono delle campane mixato con il rumore dei sassi sotto le nostre scarpe.

Allora ti rendi conto che la A maiuscola non vuol dire soltanto Accoglienza ma anche Amore e Arrivederci perchè in questi luoghi ci si torna: con il cuore sicuramente tutti i giorni.

Buon Cammino.
Un abbraccio.
Nicola.

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10 settembre 2021

Caro Alessandro, ti ho lasciato andare.

Giornata particolare oggi; direi una giornata che lascia il segno e questa volta non fisico ma interiore. La partenza dalla collina con il casolare che ci ha accolto è stata all'insegna dell'immagine del tramonto che avevo ancora negli occhi e con la gentilezza di Patrizia che ci ha ospitato.

Due ore e mezzo di cammino e saremmo arrivati all'Eremo del Buon Riposo dove non potevo immaginare che ci saremmo rimasti per altrettante due ore. Ma nessuno ha guardato mai l'orologio e nessuno ha mai chiesto che ore fossero. Siamo stati assorbiti interamente dalla figura di Andrea che ci ha testimoniato, più che spiegato, lo spirito suo e del posto dove eravamo.

San Francesco si è fermato in questo luogo, in quella grotta che vedete in fotografia; si è sempre fermato per riposarsi e ha sempre considerato questo luogo come perfetto proprio per riposarsi; da qui il suo nome.

La testimonianza di Andrea mi ha riportato indietro nel tempo, a tutte quelle purtroppo poche volte che sui Cammini spagnoli abbiamo incontrato degli hospitaleri che ti accolgono veramente come pellegrino e condividono con te lo spirito dei luoghi, delle fatiche, della strada percorsa e quella ancora da fare.

La fortuna non è di Andrea che da 14 anni vive come custode in questo Eremo; la fortuna è la nostra di pellegrini che hanno la possibilità di conoscerlo e di sentirlo parlare. Questa è stata veramente la nostra fortuna.

Non c'era luogo migliore per ricordare Alessandro nel mio silenzio, esteriore ed interiore, durato sicuramente molto tempo durante tutta la giornata. La visita alla grotta dove San Francesco riposava e i minuti di silenzio che hanno riempito la grotta stessa e avvolto il nostro gruppetto, non poteva essere considerato il luogo migliore per lasciare andare veramente Alessandro. Tante volte la sentiamo dire questa frase ma per me è una cosa troppo grande per poterla capire e forse anche attuarla. Non vi sò spiegare ma il mio silenzio di oggi è stato un modo per ripercorrere tanti momenti passati insieme a lui, come studente e come amico, e per capire ancora di più l'importanza della sua presenza. Proprio per questo forse non lo potrò mai lasciare andare del tutto.

Scusatemi se non riesco ad addentrarmi ulteriormente su questo aspetto ma mi resta veramente difficile cercare di coinvolgervi in una cosa personale interiore che però vorrei veramente poter condividere; ma non ce la faccio.

E' stata questa giornata una botta, come l'ho definita anche con i miei compagni di viaggio. Ma sono quelle botte che fanno bene, che ti possono ammutolire ma portano con sè suoni e parole di altre dimensioni, alle quali io per primo non riesco a dare un vero ordine, un inizio e una fine.

Gli amici sono già a letto ma manca poco anche per me. Il tempo di abbracciarvi e di augurarvi buon cammino.

Nicola.
 





 

09 settembre 2021

Dividere i pesi e le gioie.

Vi devo due giorni di diario e di cammino e non è per niente facile condensare il tutto in poche righe. Ieri San Sepolcro, oggi Le Burgne (Citerna) passando dal Convento di Montecasale e arrivando quindi in Umbria.

La giornata di ieri è stata sicuramente la più impegnativa anche se gli ultimi cinque chilometri di oggi non sono stati niente male. L'arrivo in una cittadina come San Sepolcro mi ha sicuramente frastornato ma già il fine tappa di oggi mi ha già riconciliato. Nel mezzo siamo passati da monti e dalla pianura e siamo ora in collina ad una altitudine di 500 metri. 

La salita ieri al Convento di Montecasale è stata sicuramente impegnativa ma passo dopo passo siamo stati ripagati per ogni metro che facevamo. Il Convento poi con la chiacchierata con frate Giovanni di 94 anni è stata una sosta non piacevole per il corpo ma fondamentale per lo spirito.

Nel mezzo ci siamo divisi un po' di peso dello zaino di Graziella per alleggerire il carico sul ginocchio dolorante; ma già oggi va meglio. Il mio mignolo un po' meno ma lo gestirò giorno dopo giorno nella speranza che il dolore possa essere gestibile e non bloccante.

Come si è diviso il peso così dividiamo la gioia e le gioie che in ogni momento possiamo avere, come singoli e come gruppetto di pellegrini. Non mancano mai le gioie, lo stupore, come non mancano le risate e i momenti di silenzio dove ciascuno rispetta l'altro lasciando lo spazio ai pensieri personali o a quelli da condividere.

In tutto questo ci sentiamo tutt'uno con i luoghi e i paesaggi che attraversiamo, rendendo grazie per le meraviglie e anche per la fatica. Ma questo fà parte del "tutto" che il pellegrino mette giornalmente nel suo zaino, caricandosi non di nuovi pesi ma di nuove esperienze e preghiere.

Buon Cammino.
Un abbraccio.
Nicola. 





 

07 settembre 2021

"...come i gigli dei campi..."

Inizio qusto nuovo giorno e questa seconda tappa con una frase del Vangelo che ho usato come titolo. Perchè se da una parte abbiamo trovato tantissimi di questi fiori, dall'altra è la semplicità di questo camminare che ci porta a ripensare a quel passaggio dove Gesù dice di non preoccuparsi di come vestire, di cosa mangiare perchè anche i gigli dei campi e gli uccelli del cielo non si pongono questo problema.

E la semplicità, nei pellegrini, parte anche da quello che metti nel tuo zaino e da quello che pensi di trovare sulla tua strada. Oggi abbiamo messo qualcosa in più da mangiare perchè sapevamo della difficoltà della giornata ma sapevamo anche che avremmo trovato un punto di ristoro. L'abbiamo trovato chiuso ma non ci siamo persi d'animo perchè ci siamo accontentati di quello che avevamo nello zaino.

La semplicità dei luoghi oggi l'ha fatta da padrone: prima l'Eremo del Cerbaiolo incastonato nella roccia sotto una rupe che lo protegge dai venti ma che incute timore per la sua grandezza. Poi il rifugio che ci ospita per la notte con Daniele unico ospitalero che accoglie i pellegrini con semplicità e disponibilità.
In entrambi i luoghi due singole persone che li vivono ma ce li fanno vivere anche a noi che siamo di passaggio. All'Eremo del Cerbaiolo Padre Claudio fà da guida a chi arriva stanco dalla salita come noi stamani e ti immerge piano piano non solo nel luogo ma nello spirito che lo anima, che lo fà vivere. 

La semplicità sommata alla preghiera e a una vita monastica, ti può apparentemente spaventare ma poi capisci che forse in tante situazioni della nostra vita quotidiana quelli che stanno peggio siamo noi. Di questo sarebbe stato bello parlarne con Alessandro.

I miei compagni di viaggio hanno stamani conosciuto Alessandro tramite le mie parole ed anche le mie lacrime; hanno capito quanto fosse importante per me e che professore sia stato durante il periodo delle superiori. Non c'è stato bisogno di dire tante ulteriori cose anche perchè non ci sarei riuscito.

I miei compagni di viaggio hanno sopportato anche il mio errore nel fine tappa visto che abbiamo superato il rifugio proseguendo per un altro chilometro perchè pensavo di dover ancora andare avanti! Come diceva una vecchia pubblicità, una telefonata ci ha poi "salvato"!

Buon Cammino.
Un abbraccio.
Nicola.





 

06 settembre 2021

E il silenzio si impadronì di noi

Proprio così: il silenzio è stato parte attiva in questa prima tappa sul Cammino di San Francesco. Il silenzio dei boschi dove l'unico, piacevole suono era quella del vento tra le fronde degli alberi.

E così abbiamo iniziato dopo le Lodi mattutine con i frati e la benedizione del pellegrino che uno di loro ci ha impartito. Siamo quindi partiti con un cielo limpido e una temperatura da maglioncino addosso. Siamo partiti con i nostri zaini questa volta riempiti anche con la borraccia di acqua che aggiunge peso a tutto quanto; ma è una necessità averla sempre con sè.

Una piccola brigata di sei pellegrini allegri e sgambettanti, almeno fino alle prime salite poi ciascuno ha iniziato a seguire il suo passo e io il mio cuore e fiatone. Tutto bene. Posti meravigliosi; tre persone solo davanti a noi ma poi abbiamo preso strade diverse. Dove siamo stasera dovrebbero esserci oltre a noi soltanto un altro paio di pellegrini.

Sono partito stamani con il messaggio di Elisabetta (moglie di Alessandro): "sarà una bella avventura per entrambi". Ne sono sicuro; magari Alessandro lo vedevo meglio su questi sentieri con la moto che con zaino e bastoncini ma si sarebbe adeguato magari fumando il suo sigaro invece che portarsi dietro la borraccia.

E me lo vedo proprio con il suo sigaro a sedere su un sasso a guardare in avanti, a chiedersi il perchè di alcune cose invece che di altre, a domandarsi perchè ci si fà frate da giovani. Ne avremmo parlato sicuramente insieme ma non perchè io abbia risposte ma soltanto perchè gli piaceva capire, condividere, vivere tutto quello che lo circondava.

E' iniziato così il mio cammino: una preghiera per lui, un pensiero per la mia famiglia che cresce, per gli amici che ho ora accanto e per i tanti che seguono e partecipano, per i miei bambini tanzaniani e per le loro mamme che svolgono un lavoro incredibile nelle loro condizioni di povertà. Ecco su questo non abbiamo mai avuto l'occasione di parlare con Alessandro: ma la povertà è veramente di queste mamme e bambini o è la nostra?

Buon cammino.
Un abbraccio.
Nicola. 
 



 

05 settembre 2021

Ho rimesso lo zaino in spalla




E l'impressione è stata tanta! Per alcuni momenti sono tornato indietro a maggio quando camminavo con Donata e mi è sembrato di non essermelo mai tolto.....anche perchè dentro c'è sempre la stessa roba, anzi quest'anno anche qualcosa di meno.

E così ci siamo avvicinati al vero inizio di questo cammino che vedrà il via domani, lunedì; mentre oggi ci siamo appunto avvicinati facendo tappa al Santuario di La Verna dove dormiremo nella nostra celletta "matrimoniale".

Sappiamo grosso modo cosa ci aspetta da domani in poi ma è pur vero che fondamentalmente non lo sappiamo mai perchè lo scopriremo giorno dopo giorno. E' un primo cammino per tutti, anche per chi ne ha già fatti altri. Tutte le volte si riparte da zero; tutte le volte abbiamo il massimo rispetto per la strada che ci aspetta.

Sorella acqua, fratello sole, ci faranno compagnia ed insieme ai miei compagni di viaggio speriamo anche di provare la perfetta letizia. Sicuramente avremo molto di cui ringraziare; inizio io a ringraziare pensando all'amico Alessandro al quale è dedicato questo cammino. Non ci avrebbe forse mai portato quassù con la classe di geometri ma avrebbe apprezzato il silenzio di questi luoghi ed anche la loro storia spirituale.

Domani si comincia: acqua nella borraccia, appunti nella tasca e sorrisi sulla bocca perchè di questi abbiamo bisogno oltre all'amicizia di questo piccolo gruppetto di pellegrini.

Buon Cammini. Un abbraccio. Nicola.