12 settembre 2021

A come accoglienza.

La tappa di ieri non potevo scriverla ieri sera sia perchè non c'era linea ma sopratutto perchè è finita stamani.
Proprio così: è finita stamani con il saluto amorevole dei due ospitalieri, Monik e Angiolino, e dal suono a festa delle campane suonate apposta per salutare la nostra partenza.

Ma il tutto era cominciato ieri nel primo pomeriggio quando, dopo una strada tanto facile quanto noiosa, siamo giunti alla Pieve dei Saddi, ostello parrocchiale mèta della nostra giornata. Sapevamo già chi avremmo incontrato: Francesca, Giuseppe, Marco e due seminaristi uno della Colombia e uno messicano. Ci siamo conosciuti nei giorni precedenti e ieri in un punto della tappa ci siamo trovati casualmente tutti quanti insieme ed è stata una vera gioia. Poi ciascuno ha ripreso con il suo passo ma sapevamo dove ci saremmo fermati tutti quanti.

E così al nostro arrivo erano tutti lì a sedere al fresco e a sorseggiare acqua con limone e nipitella: una vera goduria! Poi sono arrivati anche i panini! Altra goduria!
Tante chiacchiere, tante risate; con noi fiorentini poi è una garanzia che si dica qualche bischerata. Ma nel mezzo si parla anche di cose serie, si condividono esperienze fatte sui cammini e non solo. Tutto quanto con l'accoglienza di Monik e Angiolino che mi hanno fatto rivivere dal vero quella accoglienza che tante volte ho incontrato verso Santiago e che i pellegrini vorrebbero sempre avere.

Poi arriva lei, Maria; francese di Lione, giovane e sopratutto in cammino da casa sua verso Gerusalemme. Strabuzzi gli occhi, accelleri la respirazione e apri il cuore. Non ho davanti una ragazza coraggiosa ma una ragazza alla ricerca di qualcosa che, ad una domanda di Paola, ti dice che tutti i giorni trova qualcosa lungo il suo cammino. E quindi, penso io, la sua ricerca non terminerà mai.

Dovete sapere che il cammino da Roma a Gerusalemme è sempre stato nella mia mente e incontrare una persona che lo sta facendo mi ha catapultato in una dimensione particolare che non contempla nè ammirazione nè invidia ma soltanto la felicità nel vedere che qualcuno sta facendo concretamente quel cammino. Ero e sono contento per Maria.

La cena comunitaria, il dormire tutti e sei insieme, hanno dato un ulteriore senso alla giornata e al nostro camminare sulla Via di Francesco. l'Accoglienza con la A maiuscola; quella vera, quella fatta di incontro, di condivisione, di fraternità come se ci conoscessimo da sempre; fatta di chiacchiere due a due o in gruppetti; fatta di aperture reciproche, di limiti e paure condivise, di catene spezzate e di pesi lasciati lungo la strada.

E poi la mattina; ti alzi, fai colazione tutti insieme; alcuni sono già partiti perchè hanno una tappa più lunga della nostra; fai il tuo zaino, controlli di non aver lasciato nulla, lasci la tua offerta perchè l'ostello è a donativo, abbracci e saluti chi ti ha accolto e ti incammini lungo la strada che ti stacca fisicamente da questo posto che invece ti resterà attaccato per tutta la vita.
Senti una voce, Monik; ma soprattutto senti le campane che lei stessa suona dalla torre accompagnandole con il suo saluto, con la sua gioia gridata, per salutarci e ringraziarci a vicenda. Abbiamo camminato all'indietro per imprimere ancora di più dentro di noi l'immagine di lei e di questo luogo e per memorizzare il suono delle campane mixato con il rumore dei sassi sotto le nostre scarpe.

Allora ti rendi conto che la A maiuscola non vuol dire soltanto Accoglienza ma anche Amore e Arrivederci perchè in questi luoghi ci si torna: con il cuore sicuramente tutti i giorni.

Buon Cammino.
Un abbraccio.
Nicola.

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