07 settembre 2021

"...come i gigli dei campi..."

Inizio qusto nuovo giorno e questa seconda tappa con una frase del Vangelo che ho usato come titolo. Perchè se da una parte abbiamo trovato tantissimi di questi fiori, dall'altra è la semplicità di questo camminare che ci porta a ripensare a quel passaggio dove Gesù dice di non preoccuparsi di come vestire, di cosa mangiare perchè anche i gigli dei campi e gli uccelli del cielo non si pongono questo problema.

E la semplicità, nei pellegrini, parte anche da quello che metti nel tuo zaino e da quello che pensi di trovare sulla tua strada. Oggi abbiamo messo qualcosa in più da mangiare perchè sapevamo della difficoltà della giornata ma sapevamo anche che avremmo trovato un punto di ristoro. L'abbiamo trovato chiuso ma non ci siamo persi d'animo perchè ci siamo accontentati di quello che avevamo nello zaino.

La semplicità dei luoghi oggi l'ha fatta da padrone: prima l'Eremo del Cerbaiolo incastonato nella roccia sotto una rupe che lo protegge dai venti ma che incute timore per la sua grandezza. Poi il rifugio che ci ospita per la notte con Daniele unico ospitalero che accoglie i pellegrini con semplicità e disponibilità.
In entrambi i luoghi due singole persone che li vivono ma ce li fanno vivere anche a noi che siamo di passaggio. All'Eremo del Cerbaiolo Padre Claudio fà da guida a chi arriva stanco dalla salita come noi stamani e ti immerge piano piano non solo nel luogo ma nello spirito che lo anima, che lo fà vivere. 

La semplicità sommata alla preghiera e a una vita monastica, ti può apparentemente spaventare ma poi capisci che forse in tante situazioni della nostra vita quotidiana quelli che stanno peggio siamo noi. Di questo sarebbe stato bello parlarne con Alessandro.

I miei compagni di viaggio hanno stamani conosciuto Alessandro tramite le mie parole ed anche le mie lacrime; hanno capito quanto fosse importante per me e che professore sia stato durante il periodo delle superiori. Non c'è stato bisogno di dire tante ulteriori cose anche perchè non ci sarei riuscito.

I miei compagni di viaggio hanno sopportato anche il mio errore nel fine tappa visto che abbiamo superato il rifugio proseguendo per un altro chilometro perchè pensavo di dover ancora andare avanti! Come diceva una vecchia pubblicità, una telefonata ci ha poi "salvato"!

Buon Cammino.
Un abbraccio.
Nicola.





 

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