10 settembre 2021

Caro Alessandro, ti ho lasciato andare.

Giornata particolare oggi; direi una giornata che lascia il segno e questa volta non fisico ma interiore. La partenza dalla collina con il casolare che ci ha accolto è stata all'insegna dell'immagine del tramonto che avevo ancora negli occhi e con la gentilezza di Patrizia che ci ha ospitato.

Due ore e mezzo di cammino e saremmo arrivati all'Eremo del Buon Riposo dove non potevo immaginare che ci saremmo rimasti per altrettante due ore. Ma nessuno ha guardato mai l'orologio e nessuno ha mai chiesto che ore fossero. Siamo stati assorbiti interamente dalla figura di Andrea che ci ha testimoniato, più che spiegato, lo spirito suo e del posto dove eravamo.

San Francesco si è fermato in questo luogo, in quella grotta che vedete in fotografia; si è sempre fermato per riposarsi e ha sempre considerato questo luogo come perfetto proprio per riposarsi; da qui il suo nome.

La testimonianza di Andrea mi ha riportato indietro nel tempo, a tutte quelle purtroppo poche volte che sui Cammini spagnoli abbiamo incontrato degli hospitaleri che ti accolgono veramente come pellegrino e condividono con te lo spirito dei luoghi, delle fatiche, della strada percorsa e quella ancora da fare.

La fortuna non è di Andrea che da 14 anni vive come custode in questo Eremo; la fortuna è la nostra di pellegrini che hanno la possibilità di conoscerlo e di sentirlo parlare. Questa è stata veramente la nostra fortuna.

Non c'era luogo migliore per ricordare Alessandro nel mio silenzio, esteriore ed interiore, durato sicuramente molto tempo durante tutta la giornata. La visita alla grotta dove San Francesco riposava e i minuti di silenzio che hanno riempito la grotta stessa e avvolto il nostro gruppetto, non poteva essere considerato il luogo migliore per lasciare andare veramente Alessandro. Tante volte la sentiamo dire questa frase ma per me è una cosa troppo grande per poterla capire e forse anche attuarla. Non vi sò spiegare ma il mio silenzio di oggi è stato un modo per ripercorrere tanti momenti passati insieme a lui, come studente e come amico, e per capire ancora di più l'importanza della sua presenza. Proprio per questo forse non lo potrò mai lasciare andare del tutto.

Scusatemi se non riesco ad addentrarmi ulteriormente su questo aspetto ma mi resta veramente difficile cercare di coinvolgervi in una cosa personale interiore che però vorrei veramente poter condividere; ma non ce la faccio.

E' stata questa giornata una botta, come l'ho definita anche con i miei compagni di viaggio. Ma sono quelle botte che fanno bene, che ti possono ammutolire ma portano con sè suoni e parole di altre dimensioni, alle quali io per primo non riesco a dare un vero ordine, un inizio e una fine.

Gli amici sono già a letto ma manca poco anche per me. Il tempo di abbracciarvi e di augurarvi buon cammino.

Nicola.
 





 

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