11 maggio 2012

Tappa 15 e 16 canaveral - galisteo

Carissimi sapevo che sarebbe stata dura e così è stato. Soprattutto ieri con 33 km sotto un sole pieno e senza ombra hanno messo a dura prova fisico e testa.
Ma non a caso avevamo deciso di dedicare la giornata alle donne africane: noi 33 km sotto il sole per andare a prendere l'acqua non li facciamo: apriamo il rubinetto e via.
E così il continuo pensare a tutto questo ha fatto sì che trovassi quella forza e quel coraggio che mia moglie Paola fin dal primo mattino mi ha scritto e mi ha incitato a ricercare. Le ha viste anche lei queste donne, come ha visto i bambini che vanno a piedi a scuola distante dalla loro capanna chilometri e chilometri.
La forza di queste donne, ho pensato, non viene fuori dal nulla: la loro forza nasce dalla speranza, quella speranza che forse noi ogni tanto smarriamo o perdiamo del tutto.
Ho pensato che al posto del nostro zaino loro hanno il bambino avvolto nella kanga colorata e se lo portano sempre dietro sulla schiena. Quante volte ho pensato che mi sarebbe piaciuto essere portato così anche a me; crea un contatto particolare tra madre e figlio, trasmette sicurezza e amore, trasmette anche quella speranza che deve essere tramandata di generazione in generazione.
Oggi il sole era un po coperto da una leggera foschia ed abbiamo attraversato un altro bellissimo tratto in solitudine e silenzio.
Ho le unghie dei due pollicioni che sono parzialmente nere penso per la pressione dei primi giorni con le scarpe. Faccio impacchi con il ghiaccio e ho applicato una pomata antibiotica per prevenire infezioni. È una piccola tegola in più sul capo da gestire perché con i piedi non si scherza.
Ieri sono arrivate tante mail e messaggi; tanta condivisione con le donne africane e tanto sostegno a me e a Loris. Altre scatoline stanno partendo per Livorno e tanti ascoltano il nostro intervento a radio toscana. Non smetterò mai di ringraziare gli amici che ci hanno dato questa splendida opportunità.

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