09 maggio 2012

La sera ad Alcuescar

Carissimi scrivo che sono già a letto non tanto per la stanchezza quanto per il freddo che c'è nei locali dove alloggiamo. Penso che stanotte sarà difficile chiudere occhio anche perché la scelta di non portare il sacco a pelo ma un semplice sacco letto di cotone mi sacrifica un po nella temperatura.
Ho però ancora addosso il caldo umano che l'ambiente dona perché è una piccola Casa della Divina provvidenza dove sono accolti e curati persone con handicap motori e psichici. Quando siamo andati in chiesa per la benedizione siamo passati dal corridoio dove in tanti passeggiavano altri spingevano carrozzine altri erano già in refettorio.
Attraversare questo corridoio mi ha caricato emotivamente e umanamente perché ero tra persone bisognose che hanno trovato un aiuto e un sostegno ma non sanno come ringraziarti se non con le loro urla i loro scatti il prenderti la mano come vecchi amici.
Mi sono rivisto al Cottolengo di Firenze dove con padre Luciano andavamo anche se io molto meno rispetto ad altri amici di Montughi. Ho sentito questo calore questo senso anche di impotenza di fronte a tante difficoltà fatte persone; ma c'era serenità c'era anche tanta libertà che nasce dal loro non capire e c'era      tanta speranza in quei volti.
Ho ancora quel calore addosso; non mi servirà solo per la notte ma per tutto questo pellegrinaggio.

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