29 aprile 2022

Perdersi nell'infinito.

Carissimi,
i ritmi della nostra giornata sono pressocchè sempre gli stessi: oltre a camminare e a pensare ci sono le attività di sistemazione zaino, doccia, lavaggio biancheria varia e........scrittura di queste poche righe.

Il sole continua a camminare con noi e la sua presenza rende il panorama ancora più bello ad ogni passo che facciamo. Aumentano le sensazioni perchè i colori sono portati ai massimi livelli e perchè la nostra mente spinge a vivere in pienezza ogni dettaglio del nostro camminare.

Andando per ordine oggi abbiamo attraversato una bellissima zona con fiori inseriti all'interno di rocce piccole o grandi e tutte quante stondate dal lavoro del vento e in molti casi dell'acqua. E' un lavoro continuo, costante, inarrestabile ma i risultati sono evidenti e a nostra disposizione perchè siano assaporati il più possibile.

Poi il passaggio sulla spiaggia ha dato un ulteriore spunto di riflessione interiore e aumentato le sensazioni. Ad un certo punto ho avuto l'impressione di essere come nel deserto: senza punti di riferimento, con il mare e sabbia alla mia sinistra e poi ancora sabbia davanti, dietro e alla mia destra. Tutto questo aumenta la geometria dello spazio e non ti fà nè capire nè vedere se sei veramente in uno spazio definito o in uno senza alcun confine.

La nostra "battaglia" è cercare la sabbia più stabile per non affondare con il peso del nostro zaino e cercare quindi di mantenere una stabilità. L'altro obbiettivo è mantenere una direzione la più diritta possibile ma questo risulta essere ancora più difficile da realizzare. Il vento poi fà il suo: o ti sposta a destra o ti sposta a sinistra!

Con il sole aumenta il caldo ma proprio il vento ha una funzione rigenerante anche se abbiamo già acquisita, senza rendercene conto, una bella abbronzatura da muratore, cioè a zone! E' sempre successo ma la regola è di non scoprirsi su quelle parti del corpo che saranno poi a contatto con lo zaino (spalle) o con le scarpe (caviglie).

Tappa lunga anche oggi: 27 chilometri. Il fiato, come si suol dire, lo abbiamo rotto ma tutti i giorni ha comunque la sua fatica, i suoi dolori, anche i suoi momenti negativi che incidono molto sull'andamento. Ricordo in cammini passati di averne avuti e di ricordarmi benissimo cosa ho provato e soprattutto come è stato difficile continuare a camminare.

Il Cammino di Santiago è come il Cammino della Vita: non ha mai fine. Ce lo ha ricordato stamani alle 7.30 appena partiti un signore incontrato al mercato. Ci ha fatto una foto e l'ha postata sulla sua pagine facebook: "Camino never end". Ha ragione e a parte la foto che è venuta benissimo, la frase è stata oggetto di riflessione perchè da Santiago poi si torna e si torna alle nostre attività, ai nostri compiti, anche alla nostra frenesia mentre dovremo cercare di mantenere il più possibile le cose imparate durante queste esperienze.

Un abbraccio.
Buon cammino.
 




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