04 giugno 2019

Tappa 15: Santiago de Compostela. La mèta.

Carissimi,
siamo arrivati! Un po' bagnati, ma siamo arrivati! L'ultima tappa non finisce mai; sono 25 chilometri che durano un'eternità ma che nello stesso tempo ti proiettano velocemente nella nostra piazza.
Ormai la chiamiamo amichevolmente "nostra piazza" perchè è come se fosse diventata di famiglia. Questo è il mio decimo cammino, iniziato nel 2005 per la malattia di un carissimo collega. Da quell'anno ogni volta è stata un'esperienza meravigliosa e diversa anche perchè diversi sono stati i cammini, diverse le persone con le quali li ho fatti e diverse le motivazioni.

Abbiamo camminato per la Tanzania, abbiamo camminato per le intenzioni degli amici, abbiamo camminato per noi stessi, per la famiglia, per le intenzioni che in tanti ci hanno sempre dato.
Quest'anno ho camminato per Andrea e Andrea è arrivato a Santiago de Compostela come sono arrivati Marco, Sergio, Erica e tanti altri.

Sono arrivati anche Riccardo, mio figlio, e Raffaella che si sposeranno a settembre assumendosi reciprocamente una grossa responsabilità ma sappiamo che saranno in grado di portarla avanti.
E' arrivata mia madre di 91 anni che nella prima telefonata mi ha chiesto subito come era il tempo, pensando che non avessi addosso la famosa "camiciola di lana" (che non si usa più)!

Sono arrivati con me Paola, Loris e Mirella, moglie e due splendidi amici che il cammino ci ha fatto incontrare nel 2011 e che il cammino stesso continua a tenerceli cari e accanto perchè è raro trovare persone così.

E' arrivato anche Antonio, spagnolo di Valencia, nostro amico conosciuto lungo la Via della Plata nel 2015. Lui quest'anno faceva il cammino portoghese e oggi è arrivato in piazza. Non avevamo fissato nulla e il cammino, o diciamo i due cammini (il nostro e il suo) hanno fatto in modo che lo potessimo incontrare a Santiago. Sono le cose splendide e inspiegabili del cammino e forse, mi rendo conto, che può essere difficile anche capirle.

Ieri quindi prima notte a Santiago. Prima notte nella quale non pensi alla tappa del giorno dopo, prchè non c'è, ma ripercorri tutte quelle fatte. Prima notte nella quale dormicchi perchè appunto pensi e pensi.
Oggi S.Messa e poi "due passi", senza zaini. Anche questa sensazione molto strana perchè non siamo abituati e ti fa quasi sentire un marziano. Ovunque tu volti la testa vedi pellegrini con gli zaini; sono quelli arrivati da poco, ma riconosci anche quelli arrivati ieri e forse anche qualche altro giorno prima.

Abbiamo rincontrato Nola, la signora australiana. Il cammino è un elastico: non è detto che chi fà una tappa più corta di noi non possa poi rincontrarsi con noi stessi. Così è stato: abbiamo riabbracciato Nola che ha portato a conclusione il suo cammino e ha dato a noi la possibilità di vivere il nostro con un qualcosa in più. Non la dimenticheremo.

Domani si ritorna a casa; a casa dove si svolge il cammino della vita; dove non viaggeremo a venti centimetri dal suolo ma sicuramente con qualcosa dentro di diverso, di magico. Sta a noi concretizzarlo e farne tesoro per noi ma sopratutto per gli altri.

Vi ringrazio per chi ha avuto la costanza di seguirci, di leggerci, di guardare le foto; ma anche di leggere tra le righe e di guardare al di là delle foto stesse. I veri tesori molte volte sono nascosti ai nostri occhi. A presto.

Un abbraccio.
Buon Cammino.
Nicola.





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