07 aprile 2012

Pasqua di Resurrezione pensando a Padre Luciano

Non è facile scrivere su Padre Luciano. Non lo è né materialmente mettere insieme lettere e parole né psicologicamente per i tanti pensieri, ricordi e sentimenti.
Non ho la capacità per parlare di Luciano ma ho la possibilità di parlare di quello che mi ha dato perché lo vivo quotidianamente e lo assaporo in tutto quello che faccio. E mentre sto scrivendo mi rivedo in tante di quelle cose nelle quali Luciano ha saputo cambiare il mio modo di pensare, ha contribuito ad alimentare, a far maturare  e crescere il mio piccolo seme di Fede.
Luciano è stato sicuramente la persona che speravo di incontrare sulla mia strada, quella guida spirituale, quel pastore che potesse guidare i miei passi diventando punto di riferimento e stella polare per la mia vita. E’ stato anche un tramite, un ponte tra me e la preghiera, tra me e le persone bisognose, tra il me che ero ed il me che sono.
Devo a lui la forza che è stata necessaria per stare per un ventennio con i malati di Aids; quante volte abbiamo parlato di questa esperienza! Quante volte gli ponevo interrogativi pratici, spirituali, etici e ricevevo coraggio e stimoli per andare avanti! Quante volte arrivavo da lui stanco, arreso, dubbioso e ripartivo con nuove idee, carico e pieno di speranza. Una volta fu lui a farmi una domanda e mi disse: “non capisco come tu possa fare progetti di vita con persone che sanno di dover morire e come tu possa avere la forza di stare tutti i giorni accanto a sorella morte”. Non seppi rispondere perché forse a quei tempi ed in quei momenti non avrei saputo rispondere; adesso saprei cosa dirgli perché la risposta era semplicemente lì in mezzo a noi due ed era Colui che nel silenzio parla e nel buio fa luce.
Devo a Luciano il mio attaccamento alla provvidenza, il mio crederci fermamente, il mio affidarmi totalmente ad essa: e non sono mai stato “tradito” né ho mai dubitato.
E se questi sono gli aspetti chiamiamoli pratici, alla base di tutto c’era e rimane la preghiera, quella che lui ha saputo insegnarmi a fare, a coltivare giorno dopo giorno, momento dopo momento. Poche volte penso di essere veramente riuscito a fare la “Preghiera del Cuore” ma ricordo come Luciano ci spronava a farla spiegandocene il significato ed il grande valore spirituale.
Con Paola abbiamo messo in evidenza in casa una fotografia dove Luciano tiene in braccio Donata al suo battesimo e Riccardo in piedi accanto a lui. Vediamo questa foto tutti i giorni come un passaggio tra generazioni e ringraziamo il Signore per averci dato un suo così splendido servitore.
Leggendo il Siracide nel capitolo dell’amicizia si legge: “Chi punge un occhio lo farà lacrimare; chi punge un cuore ne scopre il sentimento”. Luciano ha punto il mio cuore e ne ha scoperto i sentimenti ma li ha fatti conoscere anche a me e con me li ha condivisi. Anche adesso che fisicamente lui non è qui io sento che continua a pungere; per questo lo sento vivo e con lui vivo la mia giornata.

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