Aver
deciso di vedere di persona, di toccare con mano non una ma tante realtà quali
la povertà, la fame, la miseria, l’Aids e tante altre malattie, non è stata una
scelta dettata dall’emotività, dalla sensibilità dei nostri caratteri, ma bensì
una conseguenza di una riflessione che ha voluto mettere da parte il nostro
mondo dorato, supertecnologico e nello stesso tempo povero e arido; che ha
voluto mettere da parte la televisione dove ogni tanto vediamo immagini da
paesi lontani con situazioni inimmaginabili ma dalle quali con il telecomando
in mano possiamo facilmente fuggire; che ha voluto andare oltre le cifre, i
numeri, le statistiche che si leggono sui giornali.
Il
nostro andare in Tanzania e lavorare per lei, è stato dare un nome a queste
cifre, è stato dare un volto a questi numeri, è stato ed è dare voce a chi non
ne ha! Ed è stato soprattutto impossibile fuggire da tutto questo, impossibile
cambiare canale: eravamo lì, siamo stati lì! E da lì non potevamo venire via ma
potevamo invece fare tesoro di tutto quello che stavamo vedendo e vivendo.
Siamo
delle isole di buona energia come ce ne sono molte agli angoli di questo mondo;
vogliamo coinvolgere in questo nostro personale percorso quanti più malriusciti
si sia in grado di reperire, quante più persone stiano cercando se stessi o
qualcosa che li renda più colmi, tutti coloro che apprezzano la vita, che
salutano il nuovo giorno per tutto ciò che porterà e che ringraziano alla sera
per le cose avute e per quelle fatte, che apprezzano i doni che hanno ma che
vogliono dividerli o fare in modo che anche altri li abbiano.
Ci
piace pensare ad un gruppo di amici che hanno la consapevolezza di essere una
goccia di acqua in un oceano, che non pretendono di cambiare l’ordine delle
cose ma che comunque abbiano la certezza che partecipando ad alcuni progetti si
possa fare qualcosa di buono e perché a quell’oceano mancherebbe la nostra
goccia; ci piace pensare di non avere una mèta precisa ma di farci guidare dal
cuore, di essere svincolati da etichette, da sigle e di correre dietro a
progetti diversi tra loro che però conducono tutti in un posto: in Tanzania.
Ci
piace credere che sia possibile aiutare questi nostri amici senza avere una
grande struttura alle spalle, anche senza avere grossi mezzi finanziari o altre
cose ancora, ma basandosi soltanto sulle nostre motivazioni, sul “passa
parola”, sui piccoli passi, fatti però con piede sicuro e cuore fermo.
Nicola
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